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Lotta alla malnutrizione ed empowerment femminile in Afghanistan

Idroponica domestica: l’innovativo progetto di She Works for Peace in Afghanistan

Il contesto

Con un conflitto in essere da oltre quarant’anni, l’Afghanistan è un paese che si ritrova a dover far fronte a innumerevoli necessità e limitazioni sociali, culturali e strutturali che ne impediscono una piena ripresa sociale ed economica.

In particolare, la condizione delle donne, soprattutto al di fuori dei principali centri urbani, è estremamente critica, aggravata dalle restrizioni in atto che limitano l’accesso all’istruzione superiore, la libertà di movimento senza un accompagnatore e le opportunità di impiego.

Il Paese fronteggia anche una diffusa mancanza di sicurezza alimentare che riguarda 20 milioni di persone, circa la metà della popolazione. I tagli ai progetti di aiuto alimentare gestiti da organizzazioni internazionali stanno inoltre avendo ricadute pesanti sull’intera popolazione, colpendo però più duramente le famiglie guidate da donne:

  • l’84% di loro non ha cibo sufficiente per via delle restrizioni in corso
  • 3.2 milioni di bambini sotto i 5 anni soffrono di malnutrizione acuta

Il Progetto e l’impegno di Fondazione Marcegaglia

Per rispondere a questi bisogni nasce il progetto Green Rooms – stanze verdi – di She Works for Peace sostenuto da Fondazione Marcegaglia con una donazione di 50 mila euro.

In coerenza con la missione di Fondazione, il progetto punta all’autonomia delle donne e alla loro emancipazione come motore della società; l’occupazione femminile è quindi al centro di questo impegno insieme alla sicurezza alimentare tramite la creazione di microimprese idroponiche a livello domestico.

Gli obiettivi del progetto:

  • formare 35 donne capofamiglia;
  • trasferire competenze teorico-pratiche sui sistemi di coltura idroponica;
  • garantire disponibilità di frutta e verdura per tutto l’anno, fornendo alla famiglia cibo di qualità e salutare anche in presenza di spazi ridotti;
  • fornire competenze manageriali alle donne e garantire opportunità di lavoro attraverso la creazione di una cooperativa alimentare.

Nella seconda fase del progetto è prevista infatti la creazione di una cooperativa a gestione e partecipazione femminile per la vendita di ortaggi freschi e la trasformazione alimentare.

Il risultato atteso è la sostenibilità e l’autonomia personale delle donne e la ripartenza dell’economia e della società afghana.