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In partenza per il Rwanda, la prima missione dopo il lockdown

Intervista a Chiara Alluisini, segretario generale della Fondazione, che a fine giugno partirà per una missione di monitoraggio dei progetti in corso in Rwanda, dopo una lunga assenza dovuta alla pandemia.

Ciao Chiara, che emozione ti suscita poter partire per il Rwanda dopo tutto questo tempo?

Sono al settimo cielo! Poter finalmente tornare in Rwanda dopo due anni di assenza mi rende davvero felice e non vedo l’ora di incontrare i nostri collaboratori. In questi due anni sono successe tantissime cose e i progetti ovviamente sono andati avanti e sono cresciuti grazie al personale in loco con cui sono sempre stata in contatto, però poter vedere dal vivo cosa sta succedendo, parlare con i beneficiari, vivere per qualche giorno la vita della comunità è un’esperienza davvero arricchente.

La tua ultima missione è stata nel febbraio 2020, poco prima che scoppiasse la pandemia, cosa ricordi di quell’esperienza?

Sono stati giorni pieni e meravigliosi: abbiamo inaugurato il Centro per l’Infanzia, avviato il progetto Tailoring Workshop e inaugurato le attività in due nuovi settori del distretto di Bugesera: Shyara e Nyarugenge. E’ stato un momento importante, di crescita dei nostri progetti, che ha gettato le basi per gli anni successivi e ha permesso di continuare a sostenere le comunità anche nei periodi più neri della pandemia.

Veniamo alla prossima missione, che programma ti attende?

Sarà davvero intenso, ma Desiré, il nostro referente paese, ha organizzato la missione nei minimi dettagli così da poter monitorare tutti i progetti in essere: sono ben 10 in 3 distretti. Non voglio dilungarmi con le varie tappe, ma ti cito alcuni degli appuntamenti più importanti: visiterò il Centro per l’Infanzia inaugurato nel 2020 che è operativo con 120 bambini dai 3 ai 6 anni; incontrerò alcune ragazze e insegnanti delle scuole superiori coinvolte nel progetto Girls Room, contro lo stigma delle mestruazioni; parteciperò al comitato del progetto Microcredito; conoscerò le studentesse di infermieristica che stiamo sostenendo con le borse di studio; visiterò il settore di Musenyi dove estendere il progetto contro la malnutrizione. Ci sarà anche un incontro ufficiale con il Presidente del Distretto di Bugesera con il quale condivideremo il Piano Strategico dei prossimi 5 anni.

So che ci saranno anche momenti di festa e di condivisione, come il 4 luglio, dicci qualcosa di più!

Prima della pandemia mi recavo in Rwanda due volte all’anno e una di queste era sempre a inizio luglio, perché il 4 luglio cade l’anniversario della fine del genocidio, una ricorrenza estremamente sentita e partecipata. I nostri referenti e le autorità locali ci tengono molto ad averci loro ospiti in questa giornata durante la quale inauguriamo i nuovi progetti e condividiamo i risultati di un impegno comune che dura ormai da 10 anni. Anche quest’anno tra coloratissime feste e balli, inaugureremo i due nuovi workshop professionali dedicati a parrucchiere e saldatori e consegneremo le “cassette degli attrezzi” ai ragazzi che hanno terminato i corsi di idraulico ed elettricista.

Un’ultima domanda: ci sono nuovi progetti in cantiere dei quali potrai verificare la fattibilità?

Si ci sono tante idee in cantiere delle quali parlerò con i nostri referenti, per esempio il progetto Nyamata Caffe, nato da 4 ragazze che hanno frequentato un corso per barman grazie a una nostra borsa di studio. Queste 4 giovani volenterose a ambiziose vorrebbero avviare un nuovo modello di caffetteria italiana, con prodotti locali di alta qualità, partendo da un primo bar a Nyamata per poi estendere il franchising al resto del paese. La missione sarà l’occasione per valutare questo progetto più nei dettagli e in generale per ascoltare i bisogni e i desideri delle persone che andremo ad incontrare, perché solo partendo da questi possiamo contribuire a costruire un vero sviluppo.