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Nadira

Nadira

La gioia che ho provato alla nascita di Ali è stata grande ma è durata poco, mio marito non era più contento di stare con me e ha iniziato a trattarmi male.



Nadira ha 35 anni e viene dal Marocco, è in Italia da 10 anni ma ricorda ancora bene la sua vita “di prima”: “Ho studiato 3 anni in un istituto superiore privato per diventare infermiera e ho subito trovato lavoro in una clinica cardiologica. Ero felice della mia vita e mi piaceva vivere a Casablanca, una grande città dove avevo la mia famiglia e gli amici.”

Poi è arrivato il fidanzamento e il matrimonio con Karim che già viveva e lavorava in Italia: “Mio marito diceva che in Italia avrei trovato un buon lavoro e che i figli che desideravamo sarebbero cresciuti più sereni e con maggiori possibilità”. Così mi sono fidata e sono partita con lui.

“Ambientarsi non è stato per nulla semplice!” Nadira non solo aveva lasciato gli affetti più cari ma anche la vita dinamica della grande città, sostituita ora dalla tranquilla provincia di Mantova dove per spostarsi era necessaria la macchina, che lei non aveva. “Ma la cosa peggiore era vivere con mia suocera che non mi faceva mai uscire di casa, mi opprimeva e rendeva giorno dopo giorno la mia vita impossibile.”

A Nadira non è permesso nemmeno cercare lavoro perché il suo compito deve essere quello di badare alla casa, ma cerca di resistere e spera che quando nascerà suo figlio Ali le cose cambieranno.

“La gioia che ho provato alla nascita di Ali è stata grande ma è durata poco, mio marito non era più contento di stare con me anche per colpa di sua madre ed ha iniziato a trattarmi male.” Inizia per Nadira un periodo molto difficile al culmine del quale Karim la caccia di casa.

Nadira è sola e spaventata, teme che Karim voglia toglierle il bambino in seguito al divorzio. Una donna però le permette di aprire uno spiraglio nella sua sofferenza: l’assistente sociale che la segue le consiglia di rivolgersi al CAV di Mantova.

Con un po’ di timore bussa alla porta del CAV e l’accoglienza che riceve la fa subito sentire meglio. “In breve tempo mi hanno trovato un alloggio temporaneo nella Casa di Mamma Isa e mi hanno aiutata ad integrarmi con le persone e a imparare l’italiano”.

Al CAV intuiscono che Nadira è una donna in gamba e la aiutano a trovare in poco tempo un lavoretto per iniziare a rendersi autonoma ma, viste le sue qualità, cercano insieme a lei un’occupazione più stabile e qualificata. Per me era importante rendermi indipendente e grazie al CAV e alla Fondazione Marcegaglia ho trovato lavoro in una grande azienda con sede in città. Ricevere uno stipendio fisso per poter pagare le spese e affittare un appartamento è stata una conquista bellissima, non dovevo più dipendere da nessuno.”

Dopo 5 anni però a causa della pandemia l’azienda ha chiuso la filiale e Nadira ha perso il lavoro. “Non mi aspettavo di dover ricominciare da capo un’altra volta ed ero preoccupata per mio figlio, però ho pensato che se ce l’avevo fatta una volta potevo farcela ancora. Così mi sono iscritta ad un corso di ASA che ho frequentato per un anno e ora ho trovato un nuovo impiego. E’ temporaneo ma sono lo stesso contenta.”

Nadira in tutto questo tempo è rimasta in contatto con le volontarie del CAV e sa che sono ormai amiche su cui contare: Sapere di non essere sola mi ha dato la forza e il coraggio di lottare per la mia indipendenza e per il bene di mio figlio, sono davvero grata per l’aiuto ricevuto da queste donne splendide”.

 

Altre donne come Nadira possono tornare ad essere protagoniste della propria vita anche grazie a te!

 

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