Haiti è il paese più povero e più densamente popolato del continente americano e la situazione sanitaria in cui versa la popolazione è gravissima: oltre 500 donne ogni 10.000 parti muoiono per complicanze e ogni anno 100 bambini ogni 1000 nati vivi non raggiunge il primo anno di vita.
Le strutture sanitarie e socio-sanitarie haitiane sono diverse tra loro e gestite in prevalenza da organizzazioni umanitarie non governative (ONG) o da Fondazioni cattoliche con operatori “volontari” , caratterizzate da risorse umane insufficienti, modalità operative diverse e assenza di coordinamento.
A Port au Prince, capitale di Haiti, Fondazione Marcegaglia lavora dal 2012 con il progetto RAST per creare una rete tra le strutture sanitarie con l’obiettivo di dare una risposta pronta ed efficace ai pazienti. Dall’evoluzione di questa iniziativa è partito a maggio 2016 RAST 2.0 un progetto innovativo di telemedicina che permetterà ai medici locali di richiedere in tempo reale a medici italiani volontari una consulenza circa l’analisi di un caso clinico o di esami strumentali.
Il progetto, promosso dall’associazione Global Health Telemedicine Onlus di Roma e già attivo in diversi paesi africani, sarà avviato ad Haiti all’interno dell’ospedale San Camillo con un beneficio per la formazione del personale locale e quindi anche per la salute dei pazienti. Nel 2016 il contributo di Fondazione Marcegaglia ha permesso di acquistare un elettrocardiografo, un saturimetro e un pc portatile che permetteranno di effettuare e condividere analisi specialistiche. Portata a termine l’installazione nel 2016, Fondazione Marcegaglia si farà carico dei costi di gestione nel 2017.